L’art. 23 del c.d. “decreto Sblocca Italia”, reca una importante novità per il mercato immobiliare italiano, “disciplinando” (per la prima volta in modo specifico) il “rent to buy”, o affitto con riscatto. Ma di cosa si tratta? Quali sono i vantaggi per le parti in causa? E perché potrebbe trattarsi di una utile leva per il miglioramento delle condizioni del mercato immobiliare italiano?
Il rent to buy è un particolare contratto che permette che il possessore di un immobile possa avere il diritto o l’obbligo di acquistare l’immobile detenuto, nei termini contrattualmente stabiliti nell’accordo. Una parte dei canoni d’affitto versati potrà essere utilizzato a titolo di corrispettivo per l’effettivo trasferimento del diritto reale (di proprietà) sul bene oggetto dell’intesa.
Il contratto di rent to buy – considerando che la disciplina, in tal senso, è piuttosto neutra – può essere stipulato da persone fisiche o società, applicandosi altresì sia a immobili abitativi che ad immobili terziari. Le parti protagoniste del contratto possono scegliere i principali termini di riferimento dello stesso, modellando su misura la durata, la presenza (o meno) delle clausole di obbligatorietà all’acquisto, la quota di canoni da considerare a sconto del prezzo finale, e così via. Così come avviene con i contratti preliminari di compravendita, anche i contratti di rent to buy possono essere regolarmente trascritti nei Registri immobiliari, divenendo quindi opponibili nei confronti di terzi.
Il contratto di rent to buy potrebbe realmente offrire una ghiotta opportunità di risveglio di una parte del mercato immobiliare: i costruttori potrebbero infatti avere un’ulteriore chance per poter piazzare le unità immobiliari invendute, mentre i privati riuscirebbero a dilatare nel tempo l’incasso (o la spesa) complessivo, coniugando le proprie situazioni finanziarie, attuali ed evolutive.
Cerchiamo tuttavia di riassumere in modo più ordinato quali sono i vantaggi per le due parti in causa.
Il soggetto che acquisterà l’immobile riesce a entrare in immediata disponibilità della nuova casa, riuscendo a dilatare nel tempo la spesa, e “patrimonializzando” (ovvero, trasferendoli nel computo complessivo del pagamento del prezzo) una parte dei canoni di locazione (che, pertanto, non vanno “perduti” come avviene invece con l’affitto). Attraverso il rent to buy vengono inoltre esemplificate le operazioni di “trasferimento” della casa di proprietà, visto e considerato che attraverso tale forma vengono rese più serene e tranquille le operazioni della propria vecchia casa (con il cui ricavato è altresì possibile estinguere il rent to buy, acquistando quindi in tempi anticipati l’immobile oggetto dell’accordo).
I vantaggi potrebbero continuare ancora a lungo, declinati sui singoli target: le giovani coppie potrebbero sperimentare una piacevole convivenza, mentre coloro i quali sono già titolari di un mutuo e temono di non poter avere accesso a un nuovo finanziamento prima di estinguere l’attuale, potrebbero comunque conciliare tale esigenza, risparmiando sugli oneri finanziari dello stesso mutuo.
I vantaggi risultano essere evidenti anche nei confronti di coloro i quali venderanno l’immobile. I futuri venditori possono infatti mettere proficuamente a reddito parte del proprio patrimonio immobiliare, “garantendosi” altresì una maggiore sicurezza di vendita futura (considerato che il futuro acquirente, valutato il pagamento dei canoni, avrà tutto l’interesse a rispettare i termini dell’accordo).